Pubblicato il nuovo Manuale di classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali e assistenziali, integrato con l’aggiornamento delle attività economiche di coltivazione idroponica e acquaponica effettuato dall’Istat a ottobre 2020 (Inps, messaggio 07 giugno 2021, n. 2185) In considerazione dell’introduzione di una specifica classificazione merceologica delle attività di coltivazione idroponica e acquaponica, con attribuzione dei relativi codici Ateco da parte dell’Istat, si è reso necessario integrare il manuale di classificazione dei datori di lavoro, che recepisce altresì le disposizioni amministrative emanate dall’Inps in materia di inquadramento dopo il mese di gennaio 2017.
Nell’ambito della sezione A “Agricoltura, silvicoltura e pesca”, all’interno della categoria 01.13.2 “Coltivazione di ortaggi (inclusi i meloni) in foglia, a fusto, a frutto, in radici, bulbi e tuberi in colture protette (escluse barbabietola da zucchero e patate)”, che includeva un unico codice Ateco a 6 cifre (Ateco 01.13.20), sono stati previsti due distinti codici, differenziando tali attività in colture protette tra:
– 01.13.21 “Coltivazione di ortaggi (inclusi i meloni) in foglia, a fusto, a frutto, in radici, bulbi e tuberi in colture protette fuori suolo (escluse barbabietola da zucchero e patate)”;
– 01.13.29 “Coltivazione di ortaggi (inclusi i meloni) in foglia, a fusto, a frutto, in radici, bulbi e tuberi in colture protette ad esclusione delle colture fuori suolo (escluse barbabietola da zucchero e patate)”.
Anche per la categoria 01.19.2 “Coltivazione di fiori in colture protette”, che includeva un unico codice Ateco a 6 cifre (il codice Ateco 01.19.20), sono stati previsti due distinti codici:
– 01.19.21 “Coltivazione di fiori in colture protette fuori suolo”;
– 01.19.29 “Coltivazione di fiori in colture protette ad esclusione delle colture fuori suolo”.
Al riguardo, l’attività idroponica consiste in una particolare tecnica di coltivazione attuata in assenza del terreno agrario (piante che crescono senza terra), usando soluzioni nutritive minerali in acqua, senza suolo e terra. La coltivazione idroponica consiste, pertanto, in una tecnica fuori suolo, nella quale la terra è sostituita da un substrato inerte (argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite, etc.) e che prevede l’utilizzo dell’acqua, la somministrazione di soluzioni nutritive per il sostentamento delle piante e l’impiego di una specifica strumentazione.
La coltivazione idroponica rappresenta una evoluzione del processo produttivo dell’impresa agricola, che attraverso il progresso tecnologico è in grado di ottenere prodotti “merceologicamente” agricoli con metodi che prescindono dallo sfruttamento della terra (D.Lgs. n. 228/2001; Inps, circolare n. 34/2002). Si tratta, quindi, di attività inquadrabile nel settore “Agricoltura”, in continuità con quanto già previsto per le attività di coltivazione degli ortaggi e dei fiori in coltura protetta, che includeva le attività agricole in coltura protetta sia al suolo che fuori suolo. Infatti, l’aggiornamento dell’Ateco ha solo classificato più specificamente le attività agricole in coltura protetta, distinguendole tra quelle al suolo e quelle fuori suolo. Pertanto, in relazione ai nuovi codici Ateco 2007 “01.13.21”, “01.13.29”, “01.19.21” e “01.19.29” sarà attribuito il codice statistico contributivo (CSC) “5.01.02”.
La coltivazione acquaponica, invece, coniuga l’acquacoltura (ossia l’allevamento di specie acquatiche quali pesci e crostacei) con la coltivazione idroponica (ovvero, la coltura di vegetali senza l’utilizzo di terra) riutilizzando, con un procedimento biologico di ricircolo, l’acqua delle vasche all’interno delle quali vengono allevati i pesci per irrigare i letti di crescita, privi di terra e di concime. Gli scarti organici dell’acquacoltura (ad esempio, dei pesci o dei crostacei) sono quindi utilizzati per la realizzazione della coltivazione idroponica di piante e ortaggi (senza l’utilizzo della terra). L’attività acquaponica consiste, quindi, in una particolare tecnica che prevede la produzione combinata di prodotti agricoli e prodotti della pesca. Le attività che utilizzano tale tecnica sono classificate nella divisione “01” solo se le coltivazioni agricole rappresentano il principale output dell’attività, altrimenti sono classificate nella divisione “03”. Pertanto, oltre agli Ateco predetti, tale attività è riconducibile agli Ateco della divisione “03”, come indicato nel manuale allegato.